lunedì 12 dicembre 2011

THE EAGLE: UN "WESTERN ROMANO"

Gli appassionati di film sulle vicende "romane" possono aggiungere un titolo alla loro collezione; quelli che temono un polpettone sui legionari romani possono tranquillizzarsi. Si tratta di un film d'azione che il regista Kevin Macdonald, già noto per "L'ultimo re di Scozia" dirige con abilità, tenendo avvinti gli spettatori per i 114 minuti di durata del film. Il fil trae spunto dal romanzo "La legione scomparsa" di Rosemary Sutcliff.

Nel 120 d.c. la Nona legione, composta da 5000 legionari, fu inviata nelle montagne scozzesi per sottomettere quelle bellicose popolazioni al dominio di Roma e scomparve misteriosamente, senza dare più notizie di sè.

Questo tragico evento indusse i Romani a costruire il "Vallo di Adriano" che separava le selvagge highland della Caledonia dalla Britannia romana: un muro che segnava quasi la fine del mondo.

Nel 140 il giovane centurione Marcus Aquila arriva dalla Gallia per assumere il comando di un accampamento romano in Britannia; è il figlio del comandante della scomparsa legione e spera di ripristinare la reputazione di suo padre e di riconquistare l'aquila d'oro, emblema della legione.

Da questo punto in poi il film assume il ritmo incalzante di un film western; l'accampamento romano fa pensare ad un forte nel selvaggio West. Marcus Aquila è giovane, intraprendente e coraggioso. Le sue opere di fortificazione dell'accampamento sono provvidenziali per resistere al massiccio attacco di una tribù britannica insorta. Una sortita, condotta con la tecnica militare romana, getta lo scompiglio tra i ribelli, ma è costretta alla ritirata dalla comparsa di carri con i mozzi muniti di lame taglienti.

Marcus uccide il capo dei ribelli, ma viene gravemente ferito e viene trasportato in un grande insediamento romano dove viene curato. Qui incontra lo zio e salva la vita a Esca, uno schiavo delle highland scozzesi.

Congedato con onore per le ferite, decide di andare in cerca dell'aquila d'oro, accompagnato solo da Esca. Attraversato il Vallo e superate molte insidie, giunge tra la misteriosa e selvaggia popolazione dei Pitti (così soprannominati, perchè i guerrieri si dipingono il viso). Qui scopre l'aquila d'oro, adorata come una divinità da questi selvaggi.

Approfittando della ubriachezza dei guerrieri dopo una festa, con l'aiuto di Esca, si impadronisce dell'aquila e fugge. Qui inizia un furibondo inseguimento che si conclude con un combattimento tra i Pitti ed un gruppo di superstiti della legione. Vincono i romani, naturalmente. Il film si conclude con la trionfale consegna dell'aquila alle autorità romane.

Il film, oltre ad essere ben diretto, è anche ben interpretato. Channing Tatum è un buon Marcus Aquila, mentre Jamie Bell è un convincente Esca. Una sorprendente ricomparsa è quella di Donald Sutherland, che interpreta lo zio.

Un film che si vede volentieri e non annoia. 




















Marcus Aquila



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1


4

Esca

6


5


5


1


1


1


2


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3


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MARCUS AQUILA


















AL DI LA' DEL VALLO DI ADRIANO








Andare al di  là del Vallo è molto pericoloso!














NEL PAESE DEI BARBARI





Marcus Aquila prigioniero!
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BATTAGLIA








Alla ricerca dei superstiti













Assalto dei barbari.


















TESTUGGINE

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LA NONA LEGIONE








IL LIBRO

Il libro da cui è tratto il film



Il trailer:
https://www.mymovies.it/film/2011/theeagle/


La tecnica di combattimento delle legioni sono desumibili da:


https://www.youtube.com/watch?v=cO7EYGxcFbU

https://www.youtube.com/watch?v=XCoBaG_Xi9U

https://www.youtube.com/watch?v=f7KjFniJD78

https://www.youtube.com/watch?v=3HU2uARQzys


History Channel Full Episodes - Roman Legions Documentary


https://www.youtube.com/watch?v=t-ldFLyeIe g


IMPERIUM EUROPAEUM


https://www.arte.tv/it/videos/081558-001-A/l-eredita-di-roma-gran-bretagna/


LE LEGIONI

https://www.youtube.com/watch?v=RjcOVm_lTA4


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IL VALLO DI ADRIANO

https://www.youtube.com/watch?v=8i5bAtpfF_Q



CHESTER





By Stepped - Own work, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=28205708


Chester fu fondata dai Romani nel I sec. d.C. Fu il quartier generale della XX legione (Valeria Victrix) fino al 360 d.C. Accanto al forte si sviluppò una delle principali città della Britannia romana.




Vedere anche:




CARNAGE - UN FILM DI ROMAN POLANSKI






Il film è tratto dall'opera teatrale "God of Carnage" di Yasmina Reza, che ha ricevuto critiche favorevoli in tutto il mondo. I 90 minuti del film si svolgono in un appartamento, prevalentemente in salotto, dove due coppie si incontrano per discutere del litigio dei loro figli.

Facile pensare ad un film di impianto teatrale e magari immaginarsi un'ora e mezzo di noia mortale. Niente di tutto questo, se il regista è Roman Polanski, rimessosi al lavoro dopo i noti guai giudiziari

Una delle coppie, quella che viene in visita, è formata da un avvocato di successo, Alan Cowen,  e da una consulente finanziaria, Nancy Cowen, ed ha l'aria di essere ricca assai ed altrettanto strafottente. Il loro figlio ha colpito con un bastone il figlio dell'altra coppia facendogli saltare due denti.

Questa seconda coppia è formata da un rappresentante di articoli casalinghi e da Penelope Longstreet, una "scrittrice", appassionata di arte ed impegnata nella difesa dei diritti umani, in particolare in Darfur; vorrebbe essere chiamata per nome dagli ospiti per stabilire rapporti più cordiali.

L'incontro inizia in modo formale, con un certo imbarazzo, con i convenevoli di rito e l'offerta di una fetta di torta agli ospiti. Lo scopo è arrivare ad una composizione amichevole dell'incidente e riconciliare i due ragazzi.

Subito emerge come ogni coppia, in realtà, tenda a mettere in evidenza i difetti dell'educazione, impartita dagli altri al loro figlio ed a giustificare il comportamento del proprio, anche se è l'aggressore.

Al di sotto delle maniere formali si intuisce ipocrisia e durezza. Il film acquista via via un ritmo più vivace e diventa sempre più spassoso, con il verificarsi di tutta una serie di imprevisti.

Il padrone di casa ha lasciato libero in strada il criceto che tenevano in una gabbietta e viene accusato di essere un assassino che ha condannato alla fame la povera bestiola.L'avvocato viene continuamente chiamato al cellulare dai dirigenti di una casa farmaceutica, alle prese con i gravi effetti collaterali, causati da un loro farmaco.

La moglie consulente finanziaria, Nancy Cowen, a cui è rimasta sullo stomaco la torta, comincia a vomitare in salotto, imbrattando i pantaloni del marito, ma soprattutto i preziosi libri d'arte della padrona di casa.

A questo punto comincia a manifestarsi sempre più violenta l'insofferenza reciproca non solo tra le coppie, ma anche all'interno delle coppie. L'avvocato, che è stato in Africa ed ha visto la violenza brutale in Congo, comincia a deridere la causa del Darfur ed i "diritti umani", che tanto appassionano Penelope. Sorprendentemente anche il marito di questa manifesta il suo disaccordo con tutti i principi ideali della moglie.

Il culmine della vicenda si ha quando il padrone di casa tira fuori una bottiglia di scotch di qualità e tutti bevono senza freno fino a essere sbronzi. Qui la scena si faddirittura esilarante.

Il film finisce con la scena dei due ragazzini che parlano tra di loro e l'immagine del criceto che corre felice nei prati: tanto trambusto per nulla!

Christoph Waltz è l'avvocato e Kate Winslet la moglie, mentre l'altra coppia è formata da John Reilly e Jodie Foster.
Sono tutti formidabili!

Quanto a Roman Polanski, fa piacere constatare che i guai giudiziari non hanno neppure scalfito la sua maestria di regista.


Nancy Cowen


Alan Cowen


Penelope Longstreet


Michael Longstreet

A DANGEROUS METHOD - AGLI INIZI DELLA PSICANALISI




Il regista David Cronenberg parte dal testo di Christopher Hampton, A talking care, e dal libro di John Kerr A dangerous method. Vengono raccontati fatti che si riferiscono ai primi anni del movimento psicanalitico, che già sono stati raccontati nel film Prendimi l'anima di Roberto Faenza.

Il 17 agosto 1904 Sabine Spielraum, discendente di una ricca famiglia di ebrei russi, viene ricoverata in una clinica svizzera, in preda ad una crisi. Veniamo messi subito di fronte agli aspetti drammatici e sgradevoli dei disturbi nevrotici. Il medico, Karl Gustav Jung, applica il nuovo metodo, introdotto da Freud, basato sull'uso della parola: bisogna aiutare il malato ad essere cosciente dei suoi traumi ed a portare alla luce le sue angosce. Dopo un certo periodo di uso del metodo, Jung fa visita a Vienna a Freud, che lo apprezza e comincia a considerarlo il suo migliore allievo.

Gradualmente Sabine migliora e viene incoraggiata a approfondire lo studio della medicina, per cui prova molto interesse. Si manifesta il meccanismo del tranfert e Sabine fa delle avances nei confronti di Jung, il quale, nonostante abbia moglie e figli, in barba ai principi della psicanalisi, le accetta. Inizia una relazione amorosa violenta e sensuale. Sabine, a causa di trami infantili, ha una forte componente masochistica e prova piacere, quando viene umiliata e picchiata; alle scene sesso si accompagnano quindi violente frustate.

Però la relazione viene scoperta dalla ricca moglie di Jung e diventa di pubblico dominio; Jung è costretto ad interromperla, con grande furia di Sabine, che lo costringe a raccontare la verità a Freud in una lettera, sperando di essere accolta come paziente del maestro; la lettera viene scritta, però Jung è geloso della preferenza accordata a Freud.

Questa è un'altra componente della vicenda: il rapporto padre-figlio tra Freud e Jung e la rivalità che nasce tra i due. Freud si considera non solo il fondatore, ma anche la massima autorità della Società psicoanalitica e non tollera deviazioni dalla sua teoria. Per lui alla radice delle nevrosi c'è sempre e solo la sessualità, con i traumi connessi. Bisogna insegnare al malato a vedere chiaro in se stesso e ad accettare la realtà così come è, senza tentativi di sfuggire. Jung si chiede invece se possa esserci, sia pure in un numero limitato di casi, qualche altra componente e vorrebbe concedere al malato una qualche speranza di essere diverso.

C'è una atmosfera di setta nella Società Psicanalitica, dove Freud è il santone; per di più, quasi tutti i membri sono ebrei, mentre Jung è svizzero di Zurigo. C'è una diffusa ostilità verso le nuove teorie, considerate come la "peste" e ciò induce gli aderenti ad "arroccarsi" in una ferma difesa della ortodossia.

La vicenda si avvia alla conclusione. Sabine,ormai laureata in Medicina, si trasferisce a Vienna e diventa Membro della Società Psicanalitica. Jung continua la sua doppia vita: da un lato, la moglie ed i figli, dall'altro una nuova amante, Tony. Oramai ha intrapreso una ricerca autonoma ed è uscito dal circolo degli allievi di Freud. Dice di se stesso: "Bisogna affrontare l'inosabile per riuscire a vivere!".

Sabine e Jung si rivedono, quando lei, ormai sposata con un medico ebreo russo, ed incinta gli dice di essere in procinto di ritornare in Russia; in entrambi c'è il rimpianto per un amore forte, ma impossibile.

Nella vita fuori del film, sarà Jung a morire per ultimo, nel 1961; Freud muore di cancro a New York, dove è emigrato, dopo la conquista nazista dell'Austria; Sabine viene uccisa nel 1941 in una sinagoga dai nazisti.

Un film intelligente che coinvolge lo spettatore nei concetti psicanalitici, senza ossessionarlo.

Jung è ben rappresentato da Michael Fassbender, mentre Sabine Spielrein è interpretato da Keira Knightley, che ha dimenticato i pirati, per rappresentare la sofferenza. Freud è Viggo Mortensen, che forse ricordiamo troppo come attore di film western. C'è anche, in una piccola parte, Vincent Cassell.




     Karl Gustav Jung                                                                                   Sabine Spielrein








JOHNNY ENGLISH - LA RINASCITA


Dopopo il fallimento della sua ultima missione in Mozambico, dove il premier che lui era incaricato di proteggere è stato ucciso, Johnny English si è rifugiato in un monastero shaolin per imparare le arti marziali ed acquisire il controllo della mente sul corpo e controllare il dolore. Nel servizio segreto britannico MI7, il giudizio su di lui è disastroso, però sono costretti a richiamarlo per una importante missione, perchè c'è una "fonte" che vuole comunicare solo con lui.

Il servizio è cambiato molto ed ora è guidato da una donna; efficienza e tecnologia sono le parole d'ordine del nuovo "modello". Nella così detta "sala dei giocattoli" c'è un vasto assortimanto di micidiali dispositivi, camuffati da oggetti di comune utilizzo: roba da fari invidia a James Bond. A Johnny English viene affidata una Rolls Royce a comando vocale e viene fornita una serie di attrezzi del mestiere; siccome non si fidano di lui, gli affiancano un altro agente, un ragazzo di colore appena ventenne.

Comincia così la missione di Johnny e del suo assistente. Lo scopo è sventare un attentato contro il primo ministro cinese, in occasione del suo incontro con il primo ministro britannico, ordito da una misteriosa organizzazione internazionale. Johnny non è molto fortunato, perchè, ogni volta che aggancia una fonte importante, questa viene eliminata. Il suo nemico è una "donna delle pulizie" dai lineamenti orientali. In realtà si tratta di una efficientissima agente dell'organizzazione segreta, abilissima nei travestimenti e nell'uso degli strumenti per le pulizie, che in realtà sono armi micidiali.

Johnny ha l'opportunità di mettere in evidenza l'ottimo addestramento ricevuto dai monaci shaolin in combattimenti con agenti nemici. Nonostante gli insuccessi, si arriva a scoprire qualcosa di interessante: l'organizzazione segreta può contare di un autorevole membro all'interno dell'MI7, come è riuscito a scoprire il suo ventenne assistente. Johnny può anche contare sulla competenza della psicologa dell'MI7, che è innamorata di lui.

Tutto converge sugli eventi del vertice tra i primi ministri cinese ed inglese, che si tiene in un misterioso e pressochè inaccessibile rifugio svizzero. Johhny ha ingenuamente bevuto una droga, che ha il potere di renderlo dipendente dai comandi impartiti dall'agente infedele dell'MI7. Diventa così lo strumento per l'uccisione del primo ministro infedele. Ma la sua capacità di controllare il corpo con la mente, appresa dai monaci shaolin, ed i dispositivi azionati dal suo sorprendente assistente evitano la tragedia. Segue l'inseguimento dell'agente infedele da parte di Johnny che compie imprese, tali da fare apparire James Bond un dilettante.

Nella scena finale ricompare la donna delle pulizie che si è travestita come la regina, con il risultato che il maldestro Johnny mena la regina in carne ed ossa. Questo probabilmente fa molto ridere gli inglesi, presso i quali il film sta avendo grande successo.

Che dire? E' un polpettone, dove c'è di tutto: agenti segreti, ministri, arti marziali, la regina. Il ritmo vorrebbe essere quello dei film d'azione, però con continui intermezzi comici. Però il regista Oliver Parker non riesce a creare un nuovo genere, ma produce solo un non riuscito cocktail di generi diversi, spesso prevedibile. Gillian Atkinson, dopo i successi di mr. Bean di 8 anni fa, mostra la sua abilità nella comicità, sfruttando la sua maschera unica. Un film poco riuscito, ma che riesce a tenere attenti e non cade mai nella noia.



sabato 3 dicembre 2011

FAUST di SOKUROV




Una trasposizione fedele dell'opera di Goethe sarebbe impossibile: chi si aspetta una cosa del genere dal film di Sokurov rimarrà fortemente deluso. Il regista parte dal Faust, ma fa qualcosa di diverso. Sokurov dichiara che si tratta dell'ultima parte della tetralogia sulla natura del potere, dopo Moloch (Adolf Hitler), Taurus (Vladimir Lenin), Il Sole (Hirohito). Si fa fatica a trovare un legame con tali opere. Forse va ricordato la seconda parte dell'opera di Goethe, quando Faust, dimenticati gli amori, si dedica all'azione e riceve dall'imperatore il governo del litorale dell'impero e lo fa fiorire e prosperare. Ma nel film questa parte non è rappresentata.


Il film ha forse tenuto presenti le fonti da cui ha tratto ispirazione Goethe: un Puppenspiel, molto noto nell'ambiente tedesco medioevale, dove Faust è presentato come mago e negromante. Di qui forse l'ambientazione in un povero villaggio medioevale tedesco, che si immagina pieno di ignoranza e superstizione . Faust è un professore di anatomia, che seziona e studia i cadaveri, ed ha un padre che è anche lui medico. Le scene iniziali sono improntate ad un forte realismo, a volte fastidioso. Si fatica un poco ad abituarsi al contesto e si fatica ad accettare la rappresentazione dei personaggi, che sono inseriti nella vita del borgo. Il più sorprendente è Mefistofele, rappresentato come un usuraio ed ha pure una moglie; non ha niente della potenza diabolica del suo ruolo, ma è un poveraccio deforme che si muove con fatica, ma che colpisce per la sua aria sinistra. Per di più puzza ed ispira disgusto.





Viene rappresentato un contesto chiuso in se stesso, senza aspirazioni ultraterrene, che provoca quasi un senso di claustrofobia. E' un mondo dolente e rappresentato nella sua materialità. Poco alla volta però ci si abitua ai personaggi e ci si lascia trascinare dalla vicenda. Si accetta cioè il gioco del regista che va via via delineando i suoi personaggi. Faust è insoddisfatto della sua vita, schiavo delle passioni ed avido di denaro e Mefistofele lo asseconda. Anche nel film è presente la scena all'osteria, che colpisce per la rappresentazione realistica. Sarebbe stato impossibile però rapprentare la notte di Valpurga con le streghe che ballano. C'è tuttavia una scena con le lavandaie; tutte queste donne un poco volgari, che fanno il bagno in una grande vasca, fanno pensare ad un ambiente libertino.

La svolta arriva, quando compare Margherita, una avvenente giovinetta, da cui Faust è fortemente attratto. Per averla firma il famoso patto con il sangue e vende la sua anima al diavolo. Ma più che un diavolo è un mezzano. Mefistofele lo asseconda negli approcci e gli consente di soddisfare i suoi desideri. La tragica fine della vicenda, con la morte di Margherita, resta fuori del film, che finisce quando i due personaggi si inerpicano per uno stretto sentiero fino in cima ad una montagna. Qui Faust si libera di Mefistofele e prosegue solo il cammino verso l'ignoto, la libertà, l'infinito. Nell'opera di Goethe, Faust si salva dalla dannazione perchè, nonostante le sue colpe, ha sempre operato per il bene dell'umanità.

Il film ha una grande forza di rappresentazione e stimola continuamente la riflessione, anche per l'approccio letterario, e per questo non è facile; è adatto ad un pubblico colto e disposto a seguire il regista nel suo disegno. Richiede attenzione e concentrazione da parte dello spettatore, anche per l'impianto teatrale, che rallenta il ritmo.

Sokurov ha fatto un film con scarsi mezzi e con attori semiprofessionisti, ottenendo un risultato senz'altro eccellente.

Bravi gli attori. Johannes Zeiler è un Faust credibile e convincente. Strano, con un'aria tra il furbesco ed il sinistro, Anton Adasinsky, nella parte dell'usuraio-Mefistofele. Isolda Dychauk è centratissima nel ruolo di Margherita, con la sua immagine di giovinetta: proprio come uno se la immagina. Hanna Schygulla è la moglie dell'usuraio: una muta presenza.

Inutile parlare di Sokurov; il film, pur con dei difetti, è un'opera straordinaria, degna del Leone d'Oro vinto a Venezia.



Faust