giovedì 23 febbraio 2012

HUGO CABRET - Capolavoro in 3D di Martin Scorsese


Per chi non conosceva il 3D, è una autentica sorpresa che giusifica il fastidio degli appositi occhiali. Personaggi che sembrano vicini allo spettatore, la neve che sembra ti venga addosso. Sensazione di profondità e distanza. L'altezza poi si percepisce così intensamente da soffrire di vertigini; chi ha tale inconveniente, in certe scene deve distogliere lo sguardo.

E' la prima impressione che si prova, dando anche solo uno sguardo superficiale alle prime scene. Ma un giudizio meditato, dopo avere visto tutto il film, deve sottolinearne la qualità straordinaria: bellissimo, coinvolgente, commovente!

La vicenda si apre rappresentando la giornate di un ragazzo nella stazione di  Paris Montparnasse:  fa la manutenzione degli orologi e rubacchia per sfamarsi, inseguito dall'ispettore di polizia, che gli lancia dietro il suo feroce cane. E' Hugo Cabret, protagonista del film.

Gli inseguimenti in mezzo alla folla, su per le scale che portano agli orologi, giù nei sotterranei dove si trovano le apparecchiature della stazione,  rappresentano uno dei fili di questo intreccio. E' un pezzo di bravura che ricorda i vertiginosi inseguimenti dei film di Charlie Chaplin.

Veniamo a sapere che Hugo ha perso il padre, orologiaio,  in un incendio;  è stato quindi raccolto da uno zio, brutale e ubriacone, e comincia a vivere nei locali della stazione, dietro i macchinari degli orologi, che lo zio gli ha insegnato a riparare. Di fronte al suo letto, c'è uno strano automa, attorno a cui il ragazzo si affaccenda spesso nel tentativo di ripararlo. Ma poi sparisce anche lo zio (ci verrà poi detto che è morto annegato).

Uno dei momenti che fanno evolvere l'azione è il tentativo di Hugo di rubare un giocattolo meccanico in un negozio di giocattoli; purtroppo viene sorpreso ed afferrato dal  padrone che gli fa vuotare le tasche e gli sottrae il prezioso taccuino di suo padre con i disegni dell'automa.

Hugo fa di tutto per recuperare il taccuino. Fa amicizia con Isabelle, orfana anche lei e figlia adottiva del giocattolaio. Lei lo porta in biblioteca gli fa conoscere il mondo dei libri; lui le fa vedere per la prima volta un film. Isabelle porta al collo una chiave, che è proprio quella che serve per mettere in moto l'automa.

L'uomo meccanico traccia uno strano disegno e lo firma George Méliès, con grande stupore della ragazzina, visto che è il nome del padre adottivo. E' questo il punto di svolta del film che porta a svelare un grande segreto.

I ragazzi cercano in biblioteca un libro sulla storia del cinema; ne trovano uno scritto da un certo professor Labard e cominciano a consultarlo. Scoprono così, con grande sorpresa, che George Méliès è stato uno dei protagonisti del mondo del cinema e che ha realizzato ben 500 film. Leggono anche che è morto durante la prima guerra mondiale.

Al professor Tabard che incontrano in biblioteca, spiegano che George Méliès è vivo e vegeto e fanno nascere in lui il desiderio di incontrarlo.
Viene così organizzata una visita a sorpresa al giocattolaio-regista ed alla moglie. Il professore porta un proiettore cinematografico ed una pellicola da proiettare.

La moglie del professore, "mamma Jeanne", dopo un iniziale rifiuto, acconsente a vedere il film e si entusiasma, rivedendosi giovane e bella. Svegliato dal suo sonno dal ben noto rumore del proiettore, sopraggiunge anche George Méliès, sorpreso nel vedere un suo film.

Ciò lo induce a raccontare la sua storia: come, dopo i trionfi iniziali, i suoi film non attiravano più gli spettatori. Alla fine pieno di debiti, aveva dato fuoco allo studio cinematografico ed aveva venduto le pellicole come materiale da riusare, distruggendo tutta la sua opera.

  Il professor Tabard, che è un suo ammiratore gli rivela che 80 suoi film sono stati recuperati e restaurati. Viene quindi organizzata una serata trionfale in onore del redivivo George Méliès, che ritrova se stesso: mago, illusionista, regista visionario e prolifico. Se i fratelli Lumière hanno creato il cinema, é stato Méliès che ha trasformato uno strumento meccanico in una macchina dei sogni.

Tutto si conclude per il meglio. Lisette accetta la corte dell'ispettore che è reso timido dalla sua gamba zoppicante a causa di una ferita di guerra.
Alla fine, ricompare anche l'automa, perfettamente funzionante, riportato da Hugo, dopo una rischiosa corsa.


Dopo aver realizzato in 44 anni, molti importanti film ed alcuni autentici capolavori (da "Taxi driver" a "Toro scatenato"), Martin Scorsese rende omaggio a uno dei fondatori del cinema scrive una dichiarazione d'amore al cinema con un racconto pieno di levità e grazia.   La tecnologia tridimensionale risulta essere particolarmente appropriata in un film che esalta George Méliès, il padre degli effetti speciali e dell'animazione del modo inanimato. Tratto dal romanzo di Brian Selznik "La straordinaria invenzione di Hugo Cabret, non è un semplice "film per famiglie", ma piuttosto un invito a farsi sedurre dalla magia del cinema. La fotografia è di Robert Richardson, mentre la straordinaria scenografia è di Dante Ferretti che ricostruisce una fascinosa Parigi anni Trenta.


Hugo Cabret si nasconde aggrappandosi alle lancette dell'orologio, per sfuggire al feroce cane dell'ispettore. E' interpretato da Asa Butterfield. 











Il giocattolaio è in realtà il grande George Méliès.  E' interpretato da Ben Kingsley. 





Isabelle è interpretata da Chloe Moretz.

LISETTE  (Emily Mortimer)                    
                                                           


















ISPETTORE (Sacha Baron Cohen)
Il regista Martin Scorsese
 A sinistra:Michael Stuhlbarg che interpreta il professor Tabard. A destra: mamma Jeanne, in terpretata da Helen McCrory.

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