lunedì 14 gennaio 2019

VICE - L'UOMO NELL'OMBRA - I RETROSCENA DELLA VICEPRESIDENZA DI CHENEY



A certuni interessano le luci della ribalta, ad altri interessa l'esercizio del potere. George W. Bush junior ere il primo tipo di uomo e Dick Cheney era il secondo. 

Il film viene raccontato da Kurt, un veterano fittizio delle guerre in Afghanistan e Irak. 

Nei primi tempi, Cheney ci appare come un giovane senza arte né parte, espulso con demerito dall’università di Yale; si arrangia nella vita annegando i propri guai nell’alcol e assorbendolo come una spugna. Ma è fortunato ad avere al suo fianco Lynne, una tipa tosta, che lo rimette in riga. Più tardi, superato il momento di crisi grazie allo stimolo di  Lynne, si ritrova ad assorbire come una spugna la politica. Si parte da  quando Cheney si trova in una grande sala del Congresso, insieme ad altri giovani come lui. È la riunione con cui vengono accolti a Capitol Hill gli aspiranti portaborse dei parlamentari. Quasi per caso Cheney si avvicina Rumsfeld che gli offre una opportunità. Cheney assorbe tutto come una spugna ed impara in fretta tutti i meccanismi del potere. Ha due importanti doti: ascolta e sa stare al proprio posto. In più, quando gli chiedono qualcosa, è estremamente affidabile. Si fa strada fino a entrare alla Casa Bianca, nell’era Nixon, in un ufficio talmente piccolo e senza finestre da sembrare uno sgabuzzino. Per lui comunque é un traguardo importante, dopo essersi salvato dall’abisso in cui era sprofondato anni prima. 

Il film ripercorre passo dopo passo la storia americana dai tempi di Nixon . Rivediamo la crisi del Watergate, l’uscita di scena, anzitempo, di Richard Nixon e l’avvento del suo vice , Gerald Ford:  Cheney che diventa capo di gabinetto della Casa Bianca, con Rumsfeld alla Difesa.

Però questa situazione favorevole dura poco. I repubblicani subiscono una dura sconfitta alle elezioni del 1976, in cui viene eletto Jimmy Carter. Cheney tenta con successo l’ingresso al Congresso, facendosi eleggere come rappresentante del Wyoming. Fatica molto ad affermarsi, perché non è portato a tenere comizi;   gli dà una mano sua moglie che è molto più brava di lui. Fortunatamente, il vento cambia di nuovo ed irrompe sulla scena Ronald Reagan, con la sua rivoluzione liberista e il sogno di fare l’America di nuovo grande. Gli anni Ottanta sono molto importanti per i coniugi Cheney, ormai ben inseriti nel Gotha repubblicano. 


Dopo Reagan tocca al suo vice, George W. Bush. E Cheney comincia a chiedersi se verrà mai il suo momento. Ci prova alcune volte ma poi si mette l’animo in pace e decide che non fa per lui, che quel momento non arriverà mai. È troppo difficile affermarsi come leader tra i colleghi di partito: servono tante qualità e buone alleanze. In un sondaggio del Partito Repubblicano  In più Cheney ha un problema: ha scoperto che la sua figlia minore Mary è gay, cosa che non lo turba più di tanto, ma sa bene che nel mondo conservatore può essere un handicap (come farebbe a opporsi, da buon repubblicano, alle richieste di matrimoni gay da parte della comunità gay?). Si mette l’animo in pace e torna a occuparsi di petrolio, diventando Amministratore Delegato di Halliburton.


A quel punto arriva una chiamata di George W. Bush, figlio dell’ex presidente, che ha avuto una giovinezza scapestrata come lui (e lo stesso amore per  l’alcool).  Ha appena vinto le primarie dei repubblicani, ma si  rende conto che la scarsa esperienza politica può portarlo alla sconfitta. Chiede perciò a Cheney di affiancarlo nella corsa alla Casa Bianca. Cheney all’inizio è incerto e sua moglie spinge affinché risponda di no. Poi, però, resta affascinato dall’idea di tornare alla Casa Bianca, suo vecchio sogno. Capisce che questa debolezza del futuro presidente può tornagli utile.  Questi  si candida soprattutto per soddisfare l'ambizione di suo padre, ma non è affascinato dal potere. Così accetta di aiutarlo, divenendo, di fatto, il vero comandante in capo, l’uomo su cui, al di là della facciata, passa ogni decisione. Assume alcune responsabilità esecutive nel campo della politica energetica e della politica estera. Si circonda di uomini fidati come il consulente legale David Addington e il capo dello staff Scooter Libby. Inoltre, segretario alla Difesa é il vecchio amico Donald Rumsfeld.

L’11 settembre, la lotta contro il terrorismo, la guerra in Afghanistan prima, e Iraq poi, sono le emergenze che bisogna gestire dalla Casa Bianca. Cheney è il grande regista della politica di Bush. Prende lui le decisioni più importanti e se ne assume le responsabilità. Il film tratteggia Bush come un incapace e Cheney un vero e proprio demonio. Due semplificazioni eccessive. La verità quasi sempre sta nel mezzo. I due politici si sono trovati e aiutati reciprocamente, attorniati da un lungo stuolo di collaboratori. L’attacco all’America  è un fatto di una gravità inaudita e apre scenari completamente nuovi.  Proprio per questo non si possono misurare quegli anni con il normale metro della politica. 

Kurt, mentre racconta di un nuovo ricovero di Cheney in ospedale, viene investito da un'auto, mentre fa jogging e muore; il suo cuore sano viene trapiantato a Cheney nel marzo 2012. 

In una intervista, dopo l'operazione al cuore, Cheney si assume la responsabilità di avere fatto "il lavoro sporco". Dice che é la realtà che é "sporca", che ci sono dei tiranni da eliminare: cosa che lui ha fatto e che gli viene rimproverata. Non ha dunque nessun rimpianto per ciò che ha fatto nella sua carriera.


Il film è scritto e diretto da Adam Mc Kay. Cheney è interpretato da uno straordinario Christian Bale, fortemente ingrassato per assumere le sembianze del personaggio. Pari a lui é Amy Adams nella parte della moglie Lynne. Il ruolo di Rumsfeld interpretato da Steve Carrell.


















DICK CHENEY DA GIOVANE








DICK CHENEY VICEPRESIDENTE













     CHENEY CON LA MOGLIE
















IL PRESIDENTE BUSH






RUMSFELD



















COLIN POWELL





L'ORA FATALE









 LE IMMAGINI VERE DEI PROTAGONISTI










Colin Powell




Un bel film, che mostra luci e ombre (soprattutto queste ultime) del politico americano.  



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