Gran Bretagna, 1940. L'avanzata nazista e le
folli mire espansionistiche di Adolf Hitler
hanno messo in ginocchio l’Europa . Il Belgio è caduto, la Francia è
stremata e l'esercito inglese è intrappolato sulla spiaggia di Dunkirk. Dopo
l'invasione della Norvegia e l'evidente disprezzo della Germania per i patti sottoscritti con le
nazioni europee, la Camera dei Comuni chiede le dimissioni a gran voce di
Neville Chamberlain, responsabile degli accordi di Monaco del 1938. L’ora
tragica richiede un governo di larghe intese ed un Primo Ministro deciso a
opporsi al dittatore tedesco. L’unico uomo che può ottenere il voto dei
laburisti è Winston Churchill, con buona pace di re Giorgio VI e del Partito
Conservatore che avrebbero desiderato qualcuno disposto a trattare una pace che
permettesse alla Gran Bretagna di uscire dal conflitto, come Lord
Halifax.
Nelle
prime ore del mattino del 10 maggio 1940,
Churchill si recò a Buckingham Palace.
“Suppongo che non sappiate perché vi ho fatto venire”, disse sorridendo
il re. “Maestà, non riesco davvero a immaginarlo”, gli rispose Churchill. Il re
si mise a ridere e gli disse: “Voglio chiedervi di formare un governo”.
Nel
pomeriggio del 13 maggio, Churchill convocò tutti i ministri nella sede dell’Ammiragliato
per dire loro: ”Vi prometto soltanto sangue, fatica, lacrime e sudore”, parole
che ripeté qualche ora dopo alla Camera
dei Comuni, quando dichiarò:
“Chiedete
quale è la nostra politica? Rispondo che è condurre la guerra per terra, per
mare e per aria, con tutto il nostro potere e la forza che Dio può darci;
condurre la guerra contro una tirannide mostruosa che non ha l’uguale nel
tetro, miserabile catalogo del crimine umano. Questa è la nostra politica.
Chiedete
quale è il nostro scopo? Rispondo con una parola sola: vittoria, vittoria a
ogni costo, vittoria malgrado tutto il terrore, vittoria, per quanto la strada possa
essere lunga e ardua; senza vittoria infatti non c’è sopravvivenza. Sia ben
chiaro: no n’è sopravvivenza per l’impero britannico né per tutto ciò che l’impero
britannico ha significato, non c’è sopravvivenza per quell’impulso che da millenni
spinge l’umanità a procedere verso il suo fine.”]
Questo
brano, tratto da “Churchill” di Martin Gilbert, riflette fedelmente alcune
sequenze all’inizio del film. Ampie parti della sceneggiatura si direbbero semplicemente
riprese da un libro di storia.
Ma
il film vuole rendere vivo Churchill e fare vivere a noi quei tragici momenti e
ci riesce bene, grazie anche a uno straordinario Gari Oldman nel ruolo del
Primo Ministro. Joe Wright fa un film fedele alla storia, ma realistico.
Churchill
aveva puntato tutto sulla evacuazione di Dunkerque. La guarnigione di Calais
era stata sacrificata per distogliere i tedeschi da Dunkerque. Il successo
della intera operazione rafforzò notevolmente la posizione di Churchill.
Un
ipotetico viaggio nella metropolitana gli permise di constare che il morale
della popolazione era alto e che tutti erano favorevoli alla resistenza.
Venne
lasciata cadere la mediazione di Mussolini per un accordo di pace.
“Alla
mezzanotte del 2 giugno gli ultimi soldati inglesi e francesi, in numero di
3000, erano stati evacuati da Dunkerque, portando il totale a 338.226 uomini in
sette giorni. Si trattava di esattamente tre volte la cifra degli evacuati
dalla penisola di Gallipoli alla fine del 1915.
In totale, 222 mezzi della Marina e 665 navi civili avevano agito come
traghetti tra Dunkerque e la costa britannica. Sei cacciatorpediniere e 24 navi
militari minori erano state perduti. Ben 38 cacciatorpediniere, non certo
costruiti per trasportare una massa di uomini, ne avevano trasportati 91.264;
trenta navi olandesi 20.284, i
cacciatorpediniere francesi 7623.
Centinaia di navi mercantili, trasporti di truppe e imbarcazioni da
diporto ne avevano salvato alcune decine di migliaia. Ma, per molti aspetti, l’impresa
più notevole era stata compiuta dal naviglio minore: motopescherecci, battelli costieri, rimorchiatori, lance, canotti di salvataggio, battelli fluviali, navi a ruote e più di 600
piccole barche da diporto avevano tra tutte trasportato più di 80.000 uomini, in gruppi che andavano da
alcune centinaia a mezza dozzina. Il successo di questo naviglio rappresentò un
fatto di guerra non meno efficace di una battaglia navale.”
Da "La grande storia della seconda guerra mondiale" di Martin Gilbert.
WINSTON CHURCHILL
Gary Oldman
Con Lord Halifax, nemico della sua politica
LA MOGLIE CLEMENTINE
Kristin Scott Thomas
ELIZABETH LEYTON, LA FEDELE DATTILOGRAFA
Lily James (interpretata da Elizabeth Leyton)
I MOMENTI SALIENTI
Neville Chamberlain annuncia ai suoi stretti alleati le sue dimissioni
Conferimento dell'incarico
Discorso alla Camera
Primo ministro
Ingresso a Downing Street
Incontri settimanali con il re a pranzo
Discorso alla radio per infondere fiducia
Viene deciso che la guarnigione di Calais deve cercare di distogliere l'attenzione dei tedeschi da Dunkerque.
IL TRAGITTO IN METROPOLITANA
VITTORIA
Elizabeth rivela a Churchill che quel segno per i ceti popolari significa "prendilo in culo!"
I LUOGHI
Westminster, sede della Camera dei Comuni
Buckingham Palace, sede del sovrano (fotografia di Andrew Holt)
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